Cos’è Quota 103 per quanto riguarda le pensioni?
Messa da parte almeno per il momento Quota 41 il governo sta pensando ad una soluzione alternativa. Ecco dunque spuntare Quota 103, una di versione “leggera” di Quota 41, con una differenza fondamentale: per rientrare nella platea dei “pensionabili” sarà necessario aver compiuto 62 anni. La spesa pubblica per questo programma previdenziale prevista è di di 965 milioni di euro, se la riforma entrerò in vigore a partire da aprile 2023. La platea sarebbe ridotta rispetto allo schema precedente di circa 45mila lavoratori.
Secondo le stime dell’INPS, chi andrà in pensione a 61 anni costerebbe a partire dal terzo anno:
7,6 miliardi di euro con Quota 41;
6 miliardi di euro con Quota 103 (62anni d’età + 41 di contributi)
5 miliardi di euro con un’ipotetica Quota 104 (63 anni d’età + più 41 di contributi).
Ape sociale per i nati nel 1960
I nati nel 1960 potranno beneficiare anche dell’Ape sociale. Previsto canale “precoci” per chi ha cominciato nel 1982.
La fase transitoria delle pensioni per il 2023, in attesa della riforma complessiva della previdenza, si baserà su Quota 103, oltre che sulla proroga delle misure esistenti. Mentre è da capire se rimarrà in campo anche Quota 102 in scadenza a fine anno o se verrà considerata sorpassata dal nuovo meccanismo basato sulla somma tra 41 anni di contributi e 62 anni di età.
Con Quota 103 potrebbero uscire nel 2023 i nati entro il 1961 che abbiano cominciato a lavorare entro il 1982.
Potranno utilizzare questa formula nel 2023 anche coloro che siano nati entro il 1960 compreso e che abbiano cominciato a lavorare tra il 1987 e il 1993 (oltre a tutti coloro che siano nati prima e abbiano cominciato a lavorare prima). La formula è utilizzabile, dai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e da quelli autonomi, con almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi (a seconda dei casi), che si trovino in una delle seguenti condizioni: lavoratori che svolgono attività “gravose”, invalidi civili di grado almeno pari al 74 per cento, caregiver, disoccupati.
Uscita dal lavoro per i cosiddetti precoci, per chi ha cominciato nel 1982
Potranno lasciare il lavoro con questo canale, con 41 anni di contributi, nel prossimo anno anche coloro che, a prescindere dall’età anagrafica, abbiano cominciato a lavorare entro il 1982. A condizione che abbiano lavorato prima dei 19 anni per almeno 12 mesi in modo effettivo anche non in modo continuativo. Ma anche a condizione che si trovino in una delle seguenti condizioni: lavoratori che svolgono attività “gravose”, invalidi civili di grado almeno pari al 74 per cento, caregiver, disoccupati, lavoratori che svolgono lavoro usurante o notturno.
Opzione donna anche per le nate nel 1963 e nel 1964
Dovrebbero poter utilizzare questa via anche le lavoratrici che siano nate entro il 1963 o il 1964 e che abbiano cominciato a lavorare anche nel 1988. Si tratta delle lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e autonome iscritte all’Inps, che abbiano raggiunto i 58 anni di età, se lavoratrici dipendenti, o i 59, se autonome, entro il 31 dicembre 2022. Non è ancora stato deciso se per il 2023 verrà lasciato questo requisito o se verrà aumentato di un anno a quota 59-60 anni.
Quota 102 anche per i nati nel 1961
Se verrà mantenuta, Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) potrà servire per andare in pensione anticipata anche a coloro che siano nati entro il 1961 e che abbiano cominciato a lavorare entro il 1985.Se verrà prorogata, la scadenza diventerà il 31 dicembre 2023 per la maturazione dei requisiti indicati.
Quanti sono i beneficiari di quota 103?
La platea dei possibili beneficiari è di 40-50 mila persone ma che limiterebbe l’impatto sui conti pubblici. Nelle stime che l’Inps ha fornito al Tesoro quota 41 con 61 anni costerebbe a regime, cioè a partire dal terzo anno, 7,6 miliardi, l’opzione 62+41 6 miliardi, e un’ipotetica quota 104, cioè 63 anni più 41 di contributi, 5 miliardi.
Quali sono i requisiti della Legge Fornero
In ogni caso, senza alcun intervento invece tornerebbero in vigore i soli requisiti previsti dalla Legge Fornero: 67 anni di età oppure 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne