Il fatturato, detto anche giro d’affari

è  la somma di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite effettuate sia sul mercato interno che su quello estero.

Il fatturato è considerato normalmente in riferimento all’arco  temporale di un anno ed è legato al concetto di fattura.

In altre parole il fatturato è la somma di tutti gli importi delle fatture emesse da un’azienda in un esercizio.

Il fatturato è un dato importante in quanto serve a definire la capacità di mercato di una impresa e a darne una categorizzazione in modo da poter ricevere interventi di sostegno da parte dello Stato o di altri enti pubblici.

Il fatturato è anche un indice per classificare le aziende in fasce così da essere considerate in maniera opportuna in caso di imposte e tassazioni.

Viene spesso impropriamente considerato come mera somma dei ricavi d’esercizio e, con questa logica, è a tecnicamente utilizzato per “misurare” la capacità di mercato di un’impresa.

La circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che occorre far riferimento alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate nel mese, ossia quelle che hanno partecipato alla liquidazione periodica.

In sostanza, rientrano nel calcolo le fatture immediate che hanno data di un mese e quelle differite il cui Ddt sia stato emesso nello stesso mese .

Con lo stesso principio devono essere escluse le fatture emesse relative operazioni effettuate nel mese precedente.

L’Agenzia delle entrate ha confermato che concorrono a formare l’ammontare del fatturato anche le cessioni di beni ammortizzabili.

Gli esercenti che svolgono operazioni non rilevanti ai fini dell’Iva, quali ad esempio le cessioni di tabacchi e di giornali e riviste, devono considerare anche l’importo degli aggi relativi a tali operazioni effettuate nel mese di in corso.

Come si calcola il fatturato?

E’ il corrispettivo delle vendite di prodotti o di prestazione di servizi in un determinato momento, al netto di eventuali note di credito  In altre parole la somma delle fatture emesse al netto dell’IVA e degli abbuoni e sconti esposti in fattura ed al lordo delle spese trasporti, imballaggi, ecc. e delle altre imposte addebitate ai clienti ed es. imposta di fabbricazione.

Non è sinonimo di entrata di cassa perché quest’ultima è una dinamica finanziaria che può essere o non essere contemporanea alla vendita o alla prestazione del servizio.

Fatturato netto

Il fatturato netto si ottiene il fatturato sottraendo le varie imposte.

Secondo la teoria economica aziendale, studiare  la variazione del fatturato nel tempo fornisce una visione dinamica della vita dell’impresa, in modo da poter opportunamente intervenire sulla gestione della stessa.

Se parliamo di grandi società occorre distinguere tra fatturato interno e fatturato complessivo.

Se infatti una società controlla diverse aziende, esistono rapporti economici e scambi di servizi e liquidità che vengono registrati in maniera ordinaria. Esistono transazioni tra le varie società del gruppo che vanno controllate accuratamente per evitare che i fatturati siamo addomesticati per fini fiscali. Per ottenete il fatturato complessivo si deve togliere dalla somma del fatturato complessivo, la quota di fatturato interno che deriva da transizioni tra imprese appartenenti allo stesso gruppo.

Perchè è importante il fatturato?

il fatturato assieme al numero di addetti  è uno dei criteri giuridici per l’individuazione delle microimprese o delle piccole imprese.

In funzione del fatturato si dimensiona una impresa in altre parole le piccole imprese o le microimprese sono definite tali in virtù del fatturato e del numero di dipendenti. Le piccole o le micro imprese sono soggette a interventi pubblici di sostegno alle attività produttive, utilizzano metodi contabili semplificati basati sulla registrazione delle fatture ai fini IVA in cui spesso, il fatturato coincide semplicemente con la somma dei ricavi aziendali.

Lo stesso non avviene per le imprese tenute alla redazione ordinaria del bilancio d’esercizio come quelle operanti sotto forma di società di capitali srl e spa con un numero di addetti maggiore a 50.

Perché cercare il fatturato di un’azienda?

E’ importante conoscere il fatturato di un’azienda con cui s’intende iniziare a stabilire dei rapporti economici o lavorativi. Conoscere il “giro d’affari” di una compagnia è utile per definirne affidabilità, redditività ed andamento generale – importante in particolare se si voglia instaurare una collaborazione continuativa.

 

Dove trovo il fatturato di un’azienda?

In Italia tutte le società di capitali (Spa, Srl, Sapa, Srls) sono tenute a depositare il bilancio presso la Camera di Commercio di riferimento entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale. E’ pertanto possibile richiedere copia del fatturato di una determinata azienda alla Camera di Commercio.

Decreto Sostegni calcolo del fatturato medio mensile

Come si calcola il fatturato medio mensile per il la determinazione del diritto a ricevere il contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Sostegni.

Il calcolo deve essere effettuato su base mensile (comprensivo dei corrispettivi) in altre parole si determina il fatturato di ogni mese relativo al 2019 e si calcola la media mensile. Dal valore ottenuto si sottrae il 30%.

A questo punto si determina il fatturato mensile 2020  nello stesso modo.

Se il valore 2020  è inferiore al valore 2019 – il 30 % possiamo chiedere il contributo a fondo perduto

Qui trovi il modulo da inviare all’Agenzia delle Entrate.

Chi ha diritto a richiedere il contributo a fondo perduto Decreto Sostegni?

Hanno diritto ad accedere al contributo i soggetti esercenti attività d’impresa, arte e professione e di reddito agrario, titolari di partita IVA residenti o stabiliti nel Territorio dello Stato, che nel secondo periodo di imposta precedente al periodo di entrata in vigore del decreto (per la gran parte dei soggetti si tratta dell’anno 2019) abbiano conseguito un ammontare di ricavi o di compensi non superiore a 10 milioni di euro.

Il contributo spetta anche agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

Sono invece esclusi dalla fruizione del bonus i soggetti la cui attività risulti cessata alla data di entrata in vigore del Decreto (23 marzo 2021) o che abbiano attivato la partita Iva successivamente (a partire dal 24 marzo 2021), gli enti pubblici (art. 74 del TUIR), gli intermediari finanziari e le società di partecipazione (art. 162-bis del Tuir).

Il fatturato in inglese

Il fatturato in inglese si traduce con Annual Turnover. Nella lingua barbara ci sono anche altre parole che indicano il fatturato come annual revenue che si utilizza come termine di paragone tra due livelli di fatturato o annual sales che indica l’ammontare annuale totale  delle vendite.

Nel caso dei sistemi dinamici di acquisizione, il fatturato annuo massimo è calcolato sulla base di un valore massimo atteso nell’ambito di tale sistema si utilizza il termine Yerly al posto di Annual

Domande e risposte in pillole

Come si calcola il fatturato con o senza IVA?

Il valore del fatturato si intende al netto dell’IVA fatturata ai clienti e degli abbuoni e sconti esposti in fattura ed al lordo delle spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle altre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione).

Che differenza c’è tra fatturato e volume d’affari?

La differenza tra volume d’affari e fatturato è che il volume d’affari influisce sull’efficienza dell’azienda mentre il fatturato influisce sulla redditività dell’azienda.

Cosa si intende per fatturato annuo?

Quando si parla di fatturato nella quasi totalità dei casi si parla di fatturato annuo, in altre parole il fatturato che la gestione aziendale genera in un anno fiscale.

Come si calcola la perdita del 33% di fatturato subita dal lockdown?

Per calcolare la perdita di fatturato subita dal lockdown, il reddito è individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute nel periodo interessato, comprese le eventuali quote di ammortamento.

Il soggetto che intende richiedere il bonus dovrà presentare la domanda all’Inps nella quale autocertifica il possesso di tali requisiti.

L’Inps comunicherà successivamente all’Agenzia delle Entrate i dati identificativi dei soggetti che hanno presentato l’autocertificazione per la verifica dei requisiti. Infine, l’Agenzia stessa comunicherà all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti sul reddito.

Le maggiori aziende per fatturato nel 2021

1. Apple (2.240 miliardi)
L’azienda fondata 45 anni fa In un garage a Cupertino un giovanissimo Steve Jobs con Steve Wozniak inventano la loto geniale interpretazione del personal computer e negli anni a seguire, reinventano l’industria musicale grazie all’i-Pod e i-Tunes e lo smartphone l’ I-Pad e con l’i-Phone.

2. Microsoft (1.950 miliardi)
Fondata nel 1975 da un giovane Bill Gates in Nuovo Messico, ad oggi è la più popolare tra le software house mondiali, in grado di fornire soluzioni per la produttività, la comunicazione e l’intrattenimento, oltre al sistema operativo Windows (la cui prima versione la NT 3.1 nasce nel 92). Microsoft produce anche hardware, in primis il primo microprocessore su circuito stampato che viene installato nei PC Apple 2 nei primi anni ‘80. Oggi Microsoft è all’avanguardia anche nelle tecnologie strategiche di cloud computing e artificial intelligence. Dopo le dimissioni del suo fondatore, che nel frattempo è diventato un filantropo, oltre che top investor, da anni la società è nelle mani dell’ ad Satya Nadella.

3. Amazon (1.690 miliardi)
Amazon è il colosso globale dell’e-commerce da miliardi di fatturato, una piattaforma dove è possibile trovare davvero di tutto, Jeff Bezos vendeva  inizialmente libri sfruttando le potenzialità emergenti del world wide web. Superata indenne la bolla delle dot.com, Bezos ha conquistato sempre più clienti inventando dal nulla il mercato dell’e-commerce. Oggi Amazon si è diversificata, con hardware tecnologico, soluzioni di cloud computing e pure investendo l’industria dell’intrattenimento con Prime.

4. Alphabet (1.530 miliardi)
Si dice Alphabet o Google, che sul Nasdaq capitalizza oltre 1.500 miliardi di dollari, più di 2mila dollari ad azione. Larry Page e Sergey Brin sono i fondatori di Googlendal 1998, quando erano poco più che ingegneri ventenni con tante idee in testa. Inutile dire quanto Google abbia rivoluzionato il modo di navigare su internet e di usare la tecnologia innovando sempre. Oggi Aphabet è una holding che si occupa di innovazione e nuove tecnologie, dai servizi in cloud di Big-G al sistema operativo di Android passando per la fibra nelle case degli americani e gli investimenti di venture capital. A guidare il colosso è da alcuni anni Sundar Pichai che ha preso il posto dei due fondatori.

5. Facebook (855 miliardi)
Fondata nel 2004 da un gruppetto di ventenni studenti di Harvard capitanato da Mark Zuckerberg (che ne diventerà unico proprietario dopo una lunga battaglia legale), agli albori è una piattaforma con un elenco di nomi e foto che ha lo scopo di far incontrare i ragazzi dell’ateneo. Poi si apre a studenti di altre scuole della zona di Boston diventando globale negli anni. Oggi la società è una media company che diversifica il business dei social e della messaggistica grazie ad acquisizioni miliardarie strategiche come Instagram e WhatsApp. Una leadership burrascosa quella di Zuckeberg, sempre in ballo a schivare continue polemiche, specie la più velenosa, il caso di Cambridge Analytica e in generale la scarsa trasparenza dei dati accumulati per fini pubblicitari.

6. Tencent (770 miliardi)
Dagli Stati Uniti alla Cina, con questa holding fondata nel 1998 da Ma Huateng. La società è quotata a Hong Kong e possiede partecipazioni nell’intrattenimento, mass media, ma soprattutto internet e tecnologia. Proprietaria di WeChat, uno dei più popolari mezzi di comunicazione e pagamento cinesi, ha partecipazioni anche in Riot Games e Supercell oltre a molte altre startup in giro per il mondo, tra cui anche l’italiana Satispay.

7. Tesla (697 miliardi)
Fondata nel 2003 da un gruppo di ingegneri con l’intento di costruire un’auto elettrica con prestazioni da supercar, nessuno avrebbe scommesso un penny su questa start up. Eppure, Elon Musk carismatico inventore sudafricano, ci ha visto lungo sul futuro elettrico dell’ automotive, investendo nel progetto Tesla i soldi ottenuti con la vendita di PayPal. Oggi Tesla è leader indiscussa, con capitalizzazioni da capogiro (l’ultima è entrata nella storia) e questo nonostante venda molto meno delle più grandi società del settore. Chapeau.

8. Alibaba (629 miliardi)
Torniamo in Cina fondata da Jack Ma nel ’99 per connettere produttori cinesi a colossi dell’industria mondiale. L’idea si concretizzò con Alibaba diventando sinonimo di commercio online per tutti i cinesi nel mondo e poi diventando globale. La quotazione a Wall Street del gigante asiatico è stata una delle Ipo più ricche della storia e oggi Alibaba è una vera e propria holding internazionale che possiede, tra le altre, anche la piattaforma per i pagamenti digitali Alipay.

9. Berkshire Hathaway (615 miliardi)
E’ una delle più celebri holding statunitensi, presieduta e amministrata da Warren Buffett, il quarto uomo più ricco del mondo nel 2020. Dagli albori come società tessile, oggi opera in molti settori: dalle assicurazioni – tra cui la Cattolica assicurazioni – all’informatica passando per media, logistica, industria e lusso.

10. Tsmc (560 miliardi)
La Taiwan semiconductor manufacturing company è una delle più potenti aziende dell’high tech mondiali e fornisce i produttori di microchip come Qualcomm o Intel (insieme a tantissimi altri).

 

Le maggiori aziende italiane per fatturato nel 2021

Enel  (77.3 miliardi)

Eni  (69,8 miliardi)

GSE (30 miliardi) società interamente controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze,

Stellantis (24,3 miliardi) 

Telecom Italia (17,9 miliardi) 

Benetton  (16,7 miliardi)  che contiene al suo interno importanti aziende attive nel settore dell’abbigliamento, del trasporto, della ristorazione, del settore immobiliare e delle infrastrutture, anche digitali.

Leonardo (13,7 miliardi) 

Ferrovie dello Stato (11,9 miliardi) 
Prysmian (11,5 miliardi) 

Saipem (9 miliardi) 

 

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