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Pensioni Quota 102 di cosa si tatta?

Sembra tramontare la famosa Quota 100 al suo posto potrebbe arrivare Quota102 per avere accesso alla pensione.

Come per Quota 100, è richiesto il raggiungimento della quota per età e contributi: 38 anni di contributi ed almeno 64 anni di età.

La platea dei destinatari, si restringe, con un anticipo di soli 3 anni al posto dei 5 consentiti dalla Quota 100.

Fonti del Mef confermano che è un ‘plan B’ su cui si sta ragionando, assieme alla possibilità di prevedere degli sconti contributivi per le categorie più svantaggiate.

La decisione di non prorogare la forma di pensionamento anticipato introdotto nel 2019 sperimentalmente per 3 anni, voluto dalla Lega, era nell’aria e oggi è arrivata la conferma nella bozza del

Il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza elaborato dal Governo e arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri. “In tema di pensioni si legge che la fase transitoria di applicazione della Quota 100 terminerà a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti”.

Quota 102, quali sono le differenze rispetto a Quota 100?

Qualora Quota 102 venisse approvata, ciò che la differenzierebbe da Quota 100 soprattutto per il requisito anagrafico. La pensione anticipata con Quota 100, infatti, viene riconosciuta al momento a chi ha almeno 62 anni di età (requisito anagrafico) e 38 anni di contributi (requisito contributivo).

Con Quota 102 dovrebbe essere confermato il cumulo contributivo ma non l’età minima di accesso che passa a 64 anni: con almeno 38 anni di contribuzione, l’uscita anticipata dal lavoro verrebbe riconosciuta tramite questa misura ai soggetti con almeno 64 anni (64+38=102).

Quali sono le categorie di lavoratori che possono godere di uno sconto contributivo rispetto a Quota 102?

Le categorie che possono usufruire dello sconto contributivo per andare incontro alle categorie più svantaggiate, quelle ciò che per condizioni personali/familiari spesso non riescono a raggiungere il minimo di contributi previsti da Quota 102, la misura in esame prevedrebbe anche delle agevolazioni destinate a determinati lavoratori e lavoratrici.

Lo “sconto” contributivo verrebbe riconosciuto in questi casi a: donne, caregivers e precoci.

Nel dettaglio, si parla di

una riduzione di 8 mesi sui contributi richiesti per ogni figlio per le donne (fino a un massimo di 24 mesi);
riduzioni contributive pari a un anno per chi assiste da almeno 5 anni un familiare con handicap grave, i cd. caregivers;
una maggiorazione del 25% degli anni di lavoro prestati tra i 17 e i 19 anni per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni.

La proposta prevede il mantenimento della pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 di contributi e la quota 102 ovvero il pensionamento con almeno 64 anni d’età e 38 di contributi.

La pensione anticipata già prevista per gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi  e 41 snni e 10 mesi per le donne, prevedendo agevolazioni per le lavoratrici madri per il momento non subisce variazioni.

Il superamento di Quota 100 dovrebbe prevedere il ricorso ai Fondi di Solidarietà per i lavoratori con problemi di salute, familiari a carico da curare, lavori pesanti, in mobilità. I fondi bilaterali sono alimentati già oggi da una contribuzione intorno allo 0,32% della retribuzione lorda (un terzo a carico dei lavoratori) e potrebbero beneficiare di altre contribuzioni attualmente già in essere.

 

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